STORIA DEL CUCCU'

Il fischietto è forse il primo giocattolo sonoro dell’antichità, lo si trova nelle civiltà più remote, ed infatti piccoli fischietti di argilla sono stati ritrovati in tombe di bambini di epoca greca. I fischietti in terracotta, prodotti in tutte le parti del mondo, sia con finalità ludica che apotropaica, rappresentano un valido contributo alla conoscenza di importanti aspetti culturali delle civiltà del passato di ogni continente. La produzione materana dei fischietti è sempre stata direttamente connessa alla festa ed alla fiera allestita per la Madonna di Picciano ed alla gita fuori porta del giorno di pasquetta presso la chiesa dei Cappuccini. In entrambe le occasioni il “cuccù” era un acquisto obbligato per i figli dei pellegrini ed un oggetto da esibire per dimostrare la partecipazione al pellegrinaggio. Il fischietto tradizionale materano raffigura un gallo, simbolo di forza virile e di difesa contro i malefici. Il suono prodotto dalla figura base è bitonale: tale suono ha determinato la denominazione dialettale “cuccù” perché richiama il canto del cuculo, mentre la colorazione a strisce policrome dei “cuccù” è riconducibile ai nastrini che venivano acquistati a Picciano e legati ai finimenti dei cavalli.

giovedì 8 settembre 2011

Il Cuccù: simbolo della tradizione, funzione nel contemporaneo

Il Cuccù di Matera è sicuramente il manufatto che rappresenta la tipicità nell'artigianato artistico ed ogni famiglia materana, in Italia e nel mondo, ne possiede almeno uno. Ma non sempre il gusto personale apprezza l'estetica della tradizione.

Da alcuni anni propongo una mia interpretazione del tradizionale che scaturisce dalla ricerca di nuove funzionalità legate alle esigenze del vivere contemporaneo. E' così che ha preso vita il progetto del  Cuccù lampada, che a distanza di anni continua a destare l'interesse dei materani e non solo.



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